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Il Bilancio Sociale: uno strumento efficace per la crescita delle organizzazioni del Terzo Settore

Il Terzo Settore è sempre più chiamato ad essere capace di dare conto, documentare e comunicare cosa fa, come lo fa, come utilizza le risorse (umane, economiche, tangibili e intangibili), quali sono gli effetti del proprio agire all’interno delle proprie organizzazioni e all’esterno, nel tessuto di relazioni e territori dove esso opera.

La Riforma del terzo settore (Legge Delega 106/2016 art. 7, comma 3 e Decr. Lgs. 117/2017 art. 14) ha imposto l’obbligo della redazione del Bilancio Sociale per alcune tipologie di enti di terzo settore e sono state emanate le Linee Guida Ministeriali (Decreto Ministero Lavoro e Politiche Sociali del 4 Luglio 2019) che definiscono finalità, principi, criteri di redazione e contenuti del Bilancio Sociale.



In questa prospettiva il Bilancio Sociale non deve essere considerato come l’ennesimo adempimento ed obbligo amministrativo, rappresenta piuttosto una grande opportunità per le organizzazioni di terzo settore, perché è uno strumento che permette di conoscere e comprendere il funzionamento del proprio ente, i punti di forza e i margini di miglioramento, riconoscere e condividere il grande lavoro svolto e considerarlo una ricchezza condivisa che consente di recuperare il senso del proprio agire, motivare per il futuro e avviare processi virtuosi di sviluppo continuo.

Inoltre, il Bilancio Sociale rappresenta anche un formidabile strumento per comunicare con tutti coloro che condividono la mission dell’ente (all’interno ed all’esterno dell’organizzazione), informarli su quanto realizzato, ringraziarli per la loro vicinanza, supporto e sostegno. Il Bilancio Sociale è dunque uno strumento per consolidare, rilanciare o attivare relazioni con tutti i portatori di interesse. Aiutando così gli enti non profit a considerarsi sempre più un soggetto attivo dello sviluppo territoriale, in costante interazione con il contesto di riferimento e superando posizioni ripiegamento su sé stessi o autocentrate.


È, insomma, un documento con il quale un'organizzazione di terzo settore (ma la cosa vale anche per gli enti pubblici e le imprese, seppure con delle differenze sostanziali) comunica in modo sistematico ed organizzato gli esiti della sua attività, non limitandosi ai soli aspetti finanziari e contabili. Ed è questa la forza di questo documento: perché i soli dati di natura economico-finanziaria non riescono ad esprimere tutta la ricchezza (economica, sociale e ambientale) che viene generata dalle organizzazioni.



Qualche consiglio per costruire un Bilancio Sociale utile per l’organizzazione

Ma come fare per redigere un bilancio sociale che possa essere utile ed efficace rispetto a quanto detto prima?


Vi condividiamo alcuni semplici consigli, frutto dell’esperienza maturata da Tersa nell’accompagnare gli enti nella costruzione del loro Bilancio Sociale:


Adottare un approccio integrato.

significa avere uno sguardo aperto e un metodo di lavoro che non consideri solo i singoli settori ma che consideri l’ente nel suo insieme. Tutti i settori (o aree funzionali) di un ente si devono sentire partecipi e devono essere coinvolti nel processo di elaborazione del Bilancio Sociale. Ed il team interno (che è bene che ci sia) che ha il compito di costruire il Bilancio Sociale deve porre in atto strategie e tecniche per coinvolgere tutti coloro che hanno un interesse nei confronti dell’ente (stakeholder), per ascoltare e valorizzare i loro contributi, il loro punto di vista;


Dettagliare gli ambiti tematici, le attività, i risultati a livello di output e di outcome, individuando i relativi indicatori quantitativi e qualitativi.

Per output intendiamo i risultati delle attività realizzate (ad esempio: quanti giovani ho formato; a quanti ragazzi ho garantito una consulenza pedagogica, …), per outcome intendiamo i cambiamenti realizzati e gli effetti prodotti (ad esempio: quante persone grazie alla formazione hanno trovato occupazione; quanti ragazzi hanno migliorato il loro rendimento scolastico in seguito alla consulenza pedagogica, …)


Pensare fin da subito ad una buona strategia di comunicazione.

Fare un bilancio sociale e non renderlo fruibile a tutti è come accendere un condizionatore al Polo Nord. Lo scopo dei bilanci, sia d’esercizio che sociale, è quello di condividere una serie di informazioni strategiche all’interno e all’esterno dell’organizzazione. Nel caso del Bilancio Sociale questo non è solo opportuno, è necessario. E allora occorre pensare alla strategia di comunicazione on line e off line, definire i destinatari e gli stili di comunicazione più adeguati, rielaborare le informazioni perché siano fruibili e comprensibili (copywriting, grafica/infografica e impaginazione).


Con queste attenzioni il Bilancio Sociale non rappresenterà l’ennesimo aggravio burocratico ma rappresenterà uno strumento per l’analisi, lo sviluppo e la crescita dell’organizzazione. Uno strumento di auto-riflessione organizzativa, che guarda al passato (a ciò che è stato realizzato nell’anno precedente) ma prepara al futuro, in termini di aree da migliorare, settori da curare, nuovi impatti da sognare e progettare a beneficio delle comunità nelle quali si opera.

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